Isola del Liri

Il nome più antico della città era Insula Filiorum Petri (“Isola dei figli di Pietro”). Dopo l’unità d’Italia, nel 1863 divenne Isola di Sora, per poi ottenere nel 1869 la denominazione attuale. In età romana il suo territorio era diviso fra i municipi di Sora e Arpinum. Fece parte del feudo della famiglia dell’Isola dal XII secolo al XIV secolo. Passò poi ai Celano, quindi ai Cantelmo di Alvito, poi ai Della Rovere fino al 1580, quando Giacomo Boncompagni acquistò tutto il ducato di Sora. I Boncompagni incentivarono la lavorazione della lana “alla fiorentina” anche se già dall’inizio del Cinquecento erano presenti cartiere, gualchiere e forse una ferriera, che sfruttavano la presenza dell’acqua.

Il 4 maggio 1799 nella chiesa di San Lorenzo Martire oltre cinquecento persone che vi si erano rifugiate furono trucidate dall’esercito francese.

La successiva occupazione francese portò invece un grande sviluppo industriale: alcune famiglie come i Beranger, seguiti dai Lefevre, Lambert, Courrier, Boimond presero in gestione le cartiere locali. Isola del Liri da piccolo centro rurale divenne un polo industriale molto importante per la fabbricazione della carta. Nello stesso periodo si sviluppò ad Isola del Liri anche la lavorazione dei feltri per cartiere, grazie alla presenza di numerosi lanifici.

Molto importante per lo sviluppo delle industrie fu la presenza di centrali per la produzione di energia idroelettrica: agli inizi del Novecento Isola del Liri era uno dei pochi centri a poter disporre di energia elettrica per uso pubblico e privato. Il terremoto del gennaio 1915 e la Prima guerra mondiale rallentarono in parte lo sviluppo industriale del paese. Durante il secondo conflitto mondiale la città fu pesantemente danneggiata dai bombardamenti alleati e dalle mine tedesche. Anche molte fabbriche andarono distrutte. Nel dopoguerra l’economia di Isola del Liri si riprese molto lentamente e l’industria locale iniziò un lento declino.

Il centro storico si sviluppa su un’isola formata dai due bracci del fiume Liri, che si separano all’altezza del castello Boncompagni-Viscogliosi, creando la Cascata Grande e la Cascata del Valcatoio. La Cascata Grande scende con un salto verticale di circa 27 metri ed è formata dal braccio sinistro del Liri. È tra le poche cascate che si trovano nel centro storico di una città, unico esempio nel territorio italiano ed europeo.

La Cascata del Valcatoio, formata dal braccio destro, è meno spettacolare della prima perché le sue acque sono in parte captate per alimentare una centrale idroelettrica e scende lungo un piano inclinato di circa 160 metri, con un dislivello di circa 27 metri.

Il Castello Boncompagni – Viscogliosi, sorto nel luogo in cui era una torre medievale, è oggi monumento nazionale. Si trova su un banco di travertino, affacciato sul centro storico, che sbarra il corso del fiume Liri costringendolo a dividersi in due bracci. Tra Ottocento e Novecento la struttura del Castello fu adattata per ospitare un lanificio e per la costruzione di una centrale idroelettrica.

La costruzione della Chiesa di San Lorenzo martire fu iniziata intorno al 1630, quando la famiglia Boncompagni trasferì il luogo di culto dal parco ai piedi del Castello, demolendo una serie di edifici ivi esistenti. Nella facciata settecentesca ci sono le grandi nicchie che ospitano le statue di San Pietro e San Paolo e sopra di esse si trovano un orologio elettronico e uno solare.

L’ex Feltrificio Pisani sorge di fronte la Cascata Grande ed ha una suggestiva terrazza panoramica, raggiungibile dalla Galleria Eustachio Pisani, che ospita spesso mostre di arte e fotografia.

Tra le testimonianze dell’archeologia industriale di Isola del Liri, si ricordano la Cartiera Mancini-Courrier, edificata su un isolotto di fronte la Cascata Grande insieme all’abitazione principale.

Il complesso noto come Cartiera Lefevre è costituito da una piccola cappella neogotica e dai resti di un impianto industriale, articolato su cinque livelli e affacciato sul torrente sottostante, detto Magnene. Al suo interno si possono ammirare i macchinari accuratamente restaurati. La vicina Cartiera del Fibreno fu edificata da Carlo Antonio Beranger nei locali dell’ex convento dei Carmelitani di Santa Maria delle Forme.

Nella Cartiera Boimond, tra le più importanti industrie di Isola del Liri, si conserva ancora la macchina continua.

Villa Nota Pisani è conosciuta anche come Villa Lefebvre, dal nome della famiglia che vi abitò dall’Ottocento fino agli inizi del Novecento. Fu fatta edificare dal francese Carlo Lefebvre, un industriale della carta, che era giunto in Italia al seguito di Napoleone Bonaparte durante la Campagna d’Italia. La villa, inserita tra le Dimore Storiche della Regione Lazio, ha uno stile eclettico ed è circondata da un parco con fontane e piante di alto fusto. Gli interni sono decorati con affreschi, trompe l’oeil e papier paint. Fra i suoi ospiti più illustri si ricorda Ferdinando II di Borbone.

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